mercoledì 17 settembre 2008

Il 27 il sindacato in piazza per i redditi



Guglielmo Epifani ha proposto oggi (9 settembre) al direttivo della Cgil manifestazioni in tutte le principali città italiane per la difesa dei diritti e dei redditi dei lavoratori e dei pensionati e per il cambiamento della politica economica, sociale e fiscale del governo. Epifani ha sottolineato che l'iniziativa, che si svolgerà sabato 27 settembre, non è contro Cisl e Uil, ma serve a sostenere le priorità del sindacato. E ha chiesto al governo «un cambiamento di indirizzo della politica economica, sociale e fiscale, secondo gli orientamenti contenuti nella piattaforme sindacale unitaria proposta quasi un anno fa». Per il segretario generale della Cgil, «le priorità del paese sono in questa difficile fase congiunturale caratterizzata anche da gravi crisi aziendali e interi settori produttivi, l'occupazione e il lavoro, le sue condizioni, la sua qualità, la sua sicurezza in una fase di persistente crisi economica».
di Paolo Serventi Longhi
Guglielmo Epifani è deciso: “Sono mesi che lo diciamo. Non possiamo restare fermi di fronte a scelte che colpiscono i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati. Per questo proponiamo manifestazioni in tutte le città italiane”. A un comitato direttivo preoccupato e teso, il leader della Cgil ricorda di avere proposto ripetutamente alla Cisl e alla Uil di costruire insieme le iniziative a sostegno delle piattaforme, ma di avere riscontrato “molte difficoltà”. Per questo la Cgil va da sola, almeno in questa fase, per sostenere i diritti e i livelli di reddito di lavoratori dipendenti e pensionati, messi fortemente in discussione – sottolinea Epifani – dalle scelte del governo sui temi della politica economica, dell’occupazione e del fisco, del mezzogiorno, del federalismo, del pubblico impiego, della scuola e della sanità.Tante sono state le iniziative unitarie a livello territoriale e di categoria; i dipendenti pubblici e i lavoratori della scuola stanno preparando grandi assemblee dei delegati di Cgil, Cisl e Uil per programmare iniziative fino allo sciopero nazionale. La Cgil continuerà a ricercare le forme della mobilitazione unitaria. Mancava però, manca – come dice Epifani – l’iniziativa di carattere generale. Da parte di Cisl e Uil è stata espressa la preoccupazione che la mobilitazione non abbia connotati sindacali ma essenzialmente politici, contro il governo di Silvio Berlusconi. Ma la Cgil rileva che è una preoccupazione che non esiste perché i temi della propria iniziativa sono esclusivamente sindacali e sociali, di merito.Di fronte ad un governo che marcia a tappe forzate con un consenso consistente, il sindacato non può che sostenere le proprie piattaforme con iniziative forti da attuare prima che siano approvate la finanziaria, già anticipata dal decreto di luglio, e tutte le tabelle correlate. L’opinione, ma anche l’identità, della Cgil sono in campo, a difesa dei redditi dei più deboli, ed Epifani ritiene che quello che vale per il sindacato debba impegnare anche l’opposizione.Ma le difficoltà con Cisl e Uil riguardano anche il negoziato con la Confindustria sulle regole contrattuali. Il nodo, almeno finora, è quello del tasso di inflazione programmata o “credibile” che gli imprenditori continuano ad indicare su livelli troppo bassi e sul quale sembrano cambiare parere ad ogni incontro. La Uil – dice Epifani al direttivo - ha manifestato una disponibilità ad un accordo già in premessa al negoziato. La Cisl media ma è disposta a firmare. La Cgil conferma la volontà di lavorare per raggiungere un accordo che valga per il maggior numero di lavoratori. E la posizione preoccupata sull’inflazione e sui livelli dei contratti (ad esempio) può condizionare positivamente il negoziato. “Ma non voglio – afferma Epifani – che chi ha minore forza contrattuale sia lasciato solo”.
(www.rassegna.it, 9 settembre 2008)

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